Scout Agesci

Gruppo SCOUT AGESCI Treviso 2

Come nasce e cos’è lo scautismo:

 (tratto dal sito: https://www.agesci.it/lo-scoutismo/ ) 

 Nel 1907 il fondatore dello Scautismo, Lord Robert Baden Powell (B.P. per tutti gli scout), prese 20 ragazzi provenienti da ceti sociali diversi e li portò a Brownsea, un’isoletta del sud dell’Inghilterra.

Qui ebbe luogo il primo campo scout del mondo. Durò una settimana, nella quale i ragazzi furono divisi in pattuglie, vivendo così una dimensione comunitaria ristretta ma forte, creando legami che non si potevano creare in nessun altro modo. Era nato lo Scautismo!

B.P. aveva indicato in quattro punti i fondamenti del metodo scout:

  • formazione del carattere;
  • abilità manuale;
  • salute e forza fisica;
  • servizio del prossimo.

Queste qualità, seppur semplici, le aveva considerate necessarie per formare un uomo libero ed un buon cittadino.

Nel 1916, nasce in Italia lo Scautismo Cattolico. L’incontro dello scautismo con la fede cattolica si è rivelato fecondo e provvidenziale, costituendo una scuola di crescita per cristiani autentici e una fonte di genuina spiritualità.

Tramite quest’esperienza e al modo in cui Baden Powell seppe tradurre la propria esperienza di vita in una formula pedagogica attiva che rispondeva pienamente a molte esigenze dei ragazzi, lo Scautismo ebbe rapidamente grande successo in tutto il mondo. Ci sono, infatti, oltre 38 milioni di bambini, ragazzi e adulti, che in 216 paesi e territori del mondo sono scouts e guide!

Lo Scautismo è quindi un movimento… in movimento ed è il più numeroso al mondo e con la maggior diffusione territoriale.

Attraverso la fantasia, il gioco, l’avventura la vita all’aria aperta, l’esperienza comunitaria, la progressiva ricerca di senso della vita e lo sviluppo della dimensione sociale e spirituale, lo Scautismo risponde alle tante e autentiche domande dei giovani sulla vita e sul crescere in essa.

Lo Scautismo si rivolge a ragazzi dagli 8 anni fino ai 20-21, articolandosi in tre fasce di età (o “branche”):

  • dagli 8 agli 11 anni i bambini e le bambine vivono nel “Branco” o nel “Cerchio” come Lupetti o Coccinelle;
  • dagli 11-12 ai 16 anni i ragazzi e le ragazze sono nel “Reparto” come Esploratori e Guide;
  • dai 16-17 ai 20-21 i giovani, maschi e femmine, sono nel “Clan” come Rovers e Scolte (questa branca ha inizio con il “Noviziato”, composto solo da ragazzi/e di 16 anni).

La proposta Scout, pur identica per tutti i ragazzi del mondo, può essere vissuta nei diversi contesti culturali e religiosi. I suoi principi ispiratori universali sono sintetizzati nella Promessa, nella Legge Scout e nel Motto.

La Promessa, infatti, recita:

Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la Legge scout“.

Con questa Promessa, pronunciata a circa 12 anni, il ragazzo non solo “entra a far parte della grande famiglia degli Scouts” ma si impegna di fronte a Dio ed al mondo, forte della fiducia che sente riposta in lui e della libertà con cui aderisce a questo ideale, per giocare un ruolo responsabile nella vita. Il ragazzo mette in gioco il suo onore, sapendo che lungo questa strada impegnativa l’importante non sarà mai l’essere arrivato, quanto fare del proprio meglio. Un impegno senza termine, “se piace a Dio per sempre”.

La Legge è un breve decalogo di atteggiamenti interiori e di valori morali che danno una direzione al ragazzo, proposti in chiave positiva per accentuarne la percorribilità:

“La Guida e lo Scout:

  1. pongono il loro onore nel meritare fiducia;
  2. sono leali;
  3. si rendono utili e aiutano gli altri;
  4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout;
  5. sono cortesi;
  6. amano e rispettano la natura;
  7. sanno obbedire;
  8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà;
  9. sono laboriosi ed economi;
  10. sono puri di pensieri, parole e azioni”.

Il Motto, diverso a seconda dell’età, in una sola parola sintetizza il positivo atteggiamento verso la vita e gli altri:

  • “Eccomi” e “Del nostro meglio” per i Lupetti e le Coccinelle;
  • “Siate pronti” per gli Esploratori e le Guide;
  • “Servire” per i Rovers e le Scolte.

Lo Scautismo e il Guidismo sono oggi attualizzati dall’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (WOSM/OMMS – World Organization of the Scout Movement) e dall’Associazione Mondiale delle Guide Esploratrici (WAGGGS/AMGE – World Association of Girl Guides and Girl Scouts).

 

Cos’è l’AGESCI?

(tratto dal sito: http://www.agesci.it/cose-lagesci/ )

L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), che conta più di 182.000 soci (24.000 in Veneto), è un’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello Scautismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi.

L’Agesci nasce nel 1974, come iniziativa educativa liberamente promossa da credenti, dall’unificazione di due preesistenti associazioni: l’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani), maschile, e l’AGI (Associazione Guide Italiane), femminile. Nell’azione educativa l’Associazione realizza il suo impegno politico, al di fuori di ogni legame o influenza di partito, tenendo conto dell’operato degli altri ambienti educativi. La sua diffusione, omogenea sul territorio nazionale, testimonia l’impegno civile al servizio del Paese attraverso la peculiarità del suo carisma. I principi fondamentali propri dello Scautismo sono proposti attraverso un modello educativo che:

  • vede i giovani come autentici protagonisti della propria crescita, orientata alla “cittadinanza attiva”;
  • è attento a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani;
  • deriva da una visione cristiana della vita;
  • tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con il creato, con gli altri;
  • offre alle ragazze e ai ragazzi la possibilità di vivere esperienze educative comuni, aiutando a scoprire ed accogliere la propria identità di donne e uomini e a riconoscere in essa una chiamata alla piena realizzazione di sé e all’accoglienza dell’altro (coeducazione);
  • vive la dimensione della fraternità internazionale, che supera le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace.

Vi sono, poi, uomini e donne che realizzano la loro presenza di servizio come Capi nei modi propri dello Scautismo ed essi vengono riconosciuti come “soci adulti” dell’Associazione. Ogni adulto impegnato al servizio dei ragazzi, segue un particolare iter di formazione su due livelli, uno regionale e uno nazionale, che alla sua conclusione dà diritto ad un riconoscimento valido a livello internazionale. L’Associazione ha fatto la scelta della diarchia, della compresenza cioè di un uomo e di una donna ad ogni livello di responsabilità associativa.

L’Agesci è riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e fa parte delle APS (Associazioni di Promozione Sociale), del Forum Terzo Settore, della Tavola della Pace, di Libera ed è riconosciuta dal Dipartimento di Protezione Civile.

Organigramma AGESCI

  • LIVELLO NAZIONALE – La Capo Guida e il Capo Scout

Consiglio Generale – Presidenza – Comitato Nazionale

  • LIVELLO REGIONALE – Responsabili Regionali

Assemblea Regionale – Comitato Regionale – Consiglio Regionale

  • LIVELLO di ZONA – Responsabili di Zona

Assemblea di Zona – Comitato di Zona – Consiglio di Zona

  • LIVELLO di GRUPPO – Comunità Capi

Branco – Reparto – Comunità R/S

 

Lo Scautismo a Fiera

Nell’ottobre del 1979 sono state aperte le prime 2 squadriglie maschili: i PUMA ed i FALCHI del Reparto “SAGITTARIO”; nel 1982 nasce il Reparto Femminile “SIRIO”; nel 1985 nasce il NOVIZIATO (ragazzi/e di 16 anni); nel 1994 il Branco dei Lupetti “PARLATA NUOVA”, che prima cacciava a Santa Maria Maggiore, si trasferisce definitivamente a Fiera. Ufficialmente il primo censimento del Gruppo TREVISO 2 risulta per l’anno associativo 1981-1982. I primi due Capi, provenienti dal Gruppo TREVISO 1, furono PAOLO DANIOTTI e PAOLO NEGRO. L’Assistente Ecclesiastico era don MARIO SALVIATO.

Negli ultimi anni la media dei ragazzi censiti è di 90/100 (120/130 per i 9 anni in cui avevamo anche il secondo branco alla Chiesa Votiva) e dei capi di 12/14. La provenienza dei ragazzi è per circa il 50% della parrocchia di Fiera e per il resto da parrocchie limitrofe. Diversi Capi che prestano servizio a Fiera provengono da altre Parrocchie e da altri Gruppi.

 

Obiettivi dell’anno e pluriennali

Gli obiettivi di ogni anno derivano dal “Progetto Educativo di Gruppo”, il quale viene rinnovato ogni tre anni circa. Il Progetto Educativo parte da un insieme di analisi che vengono affrontate all’interno della Comunità Capi:

  • analisi della realtà del territorio di Fiera e della realtà esterna in generale;
  • analisi del contesto familiare, dei genitori e delle famiglie dei ragazzi;
  • analisi dei ragazzi nelle varie fasce di età e branca di appartenenza;
  • analisi della comunità capi.

A partire da queste analisi, vengono delineati i fabbisogni riscontrati, dai quali derivano gli obiettivi educativi, selezionati poi per ordine di priorità. Ad esempio, un Progetto Educativo ha riguardato:

  • rete e territorio
  • affettività    (declinati in modo diverso nei tre anni e in base all’età dei bambini/ragazzi)
  • comunicazione

 Rimangono sottintesi e sempre presenti i principi dello Scautismo che con il “metodo Scout” costituiscono l’ossatura del metodo educativo.

Mezzi, strumenti, attività

I mezzi e gli strumenti con cui si attuano gli obiettivi del Progetto Educativo, sono quelli del metodo Scout, che ha un modo appropriato per ogni età; diverso è parlare ai Lupetti, piuttosto che ad un Esploratore/Guida o ad un Rover/Scolta; sono diverse età e diversi gradi e capacità di intendere, diverse maturità, che richiedono approcci diversi, ma tutti previsti nel “metodo Scout”, il quale prevede una formazione apposita per ogni branca.

In particolare, vengono tenuti presenti i “quattro punti” fondamenti del metodo Scout:

  • formazione del carattere;
  • salute e forza fisica;
  • abilità manuale;
  • servizio al prossimo.

Attraverso questi quattro punti, il cammino scout ha come finalità quella di educare “uomini e donne della Partenza”, ovvero uomini e donne che scelgono di giocare la propria vita secondo i valori proposti dallo Scautismo, che indirizzano le loro energie e volontà verso quello che hanno compreso essere la verità, il bene ed il bello, che si impegnano ad essere testimoni del Vangelo e che desiderano attuare un proprio impegno di servizio.

Branco di Lupetti (8-11 anni)

Il gioco e l’ambiente fantastico sono gli elementi centrali della metodologia della branca Lupetti/Coccinelle. Attraverso il gioco i bambini si misurano con sé stessi, si esprimono e comunicano con gli altri, con creatività e fantasia. Vivono un’esperienza comunitaria, in cui ciascun bambino ha la propria identità, il proprio ruolo e partecipa in maniera attiva a tutte le attività proposte. Lo spirito di gioia unisce bambini e adulti, in una vita a contatto con la natura di cui imparano a conoscere e a scoprire le bellezze e le ricchezze, dono di Dio.

Reparto: Esploratori e Guide (11/12-15 anni)

Nel reparto i ragazzi sono divisi in 3-4 squadriglie di 7-8 ragazzi dove progettano e realizzano in modo autonomo attività ed imprese. Il Reparto è una comunità di ragazzi e capi, uniti dalla stessa Legge: dieci articoli semplici, ma impegnativi, che propongono uno stile di vita. Con la Promessa inizia il cammino nel gioco scout. Vivono le esperienze del Campo, delle uscite di Squadriglia e di Reparto che sono elementi della metodologia scout per la formazione del carattere, la familiarità con la natura, la creazione di buone abitudini che favoriscono la vita comune ed il rispetto dell’ambiente. Nel Reparto la crescita personale è stimolata e aiutata da un sistema progressivo di assunzione di responsabilità che vede il singolo ragazzo protagonista della propria crescita personale attraverso: la vita all’aperto, il gioco, la vita di gruppo, l’essenzialità, il servizio, l’abilità manuale, l’osservazione e la deduzione.

Branca Rover/Scolte: Noviziato e Clan/Fuoco (16-21 anni)

La Branca Rover/Scolte si rivolge ai giovani compresi tra i 16 ed i 20/21 anni e si propone di favorire attraverso l’autoeducazione, la crescita di ciascuno, nella disponibilità al servizio del prossimo, nello sforzo di maturare delle scelte per la vita.

Strada, Comunità e Servizio sono i tre elementi complementari ed indissociabili della branca R/S da cui derivano le concrete attività della branca (route, veglia, capitolo, challenge …). Sono l’espressione della visione globale dell’uomo e della donna della Partenza:

La strada: perché le esperienze più vive sono solo quelle non mediate da mezzi di comunicazioni o vissute per sentito dire; la strada perché si impara la fatica di arrivare, il bisogno e la necessità di condividere gli forzi e la gioia del risultato. È luogo di conoscenza di sé e del mondo, di disponibilità al cambiamento, di impegno a costruirsi con pazienza e fatica.

La comunità: luogo di crescita e di confronto, perché solo stando assieme e condividendo momenti assieme i chiodi arrugginiti diventano lucenti, ed ognuno può esprimere sé stesso nei pregi e nei difetti, capire e farsi capire, condividere profondamente esperienze.

Il servizio: essere pronto al servizio, che diviene modo abituale di relazione con i fratelli, attraverso l’ascolto e l’attenzione per i più piccoli, i più deboli, gli emarginati, il dono delle proprie capacità, creatività, abilità manuale, gioia di vivere. Perché come diceva B.P.: “…l’unico modo per essere felici è aiutare gli altri ad essere felici”.

Il metodo prevede il cammino di fede, che ha come viva sorgente il Vangelo; a seconda delle età si possono, poi, approfondire dei temi mediante la catechesi narrativa o proponendo incontri con testimoni significativi.

Educare alla Fede è parte integrante della proposta e di ogni elemento dello Scautismo, dal gioco alla vita all’aperto, dall’autoeducazione alla dimensione comunitaria, dal servizio alla coeducazione, concorrono alla formazione della dimensione religiosa della persona.

Le attività delle Unità, il clima in esse creato, lo stile e l’atteggiamento e l’intenzionalità educativa dei Capi costituiscono un luogo privilegiato per l’incontro personale e comunitario con Dio e per il cammino di fede di ognuno.

Relativamente alle attività con i ragazzi:

  • le branche fanno attività ogni settimana, con uscite circa ogni mese e mezzo, più i campetti invernali ed estivi ed altri momenti di Gruppo, come l’uscita dei “passaggi”;
  • i ragazzi hanno la possibilità di vivere altri momenti associativi di particolare qualità: eventi annuali di Zona (Caccia di Primavera, San Giorgio, San Paolo o challenge) ed eventi Regionali/Nazionali (Piccole Orme, Guidoncini Verdi, Campetti di specialità, competenza, Cantieri su tematiche attuali);

La Comunità Capi:

I Capi e gli Assistenti Ecclesiastici in servizio educativo presenti nel Gruppo formano la Comunità Capi che ha per scopo: l’elaborazione e la gestione comunitaria del Progetto Educativo di Gruppo; l’approfondimento dei problemi educativi; la formazione permanente e la cura del tirocinio dei nuovi capi; l’inserimento e la presenza dell’Associazione nell’ambiente locale.

La Formazione Capi:

L’AGESCI, dal momento dell’ingresso in Comunità Capi, propone ai propri soci adulti, percorsi formativi vissuti in una dimensione di formazione permanente.

L’iter formativo è obbligatorio per un capo e comprende il  CFT (Campo di formazione Tirocinanti) che si rivolge ai Capi appena entrati in Comunità Capi, il CFM (Campo di formazione Metodologica) che ha come finalità l’acquisizione di conoscenze e la comprensione degli elementi fondanti il servizio di Capo, sia motivazionali che pedagogico-metodologici; il CFA (Campo di formazione Associativa) che ha come finalità l’acquisizione di competenze associative e della piena consapevolezza del servizio educativo in AGESCI; inoltre, c’è la possibilità di partecipare al CAM (Campo di aggiornamento metodologico) per i Capi che si trovano a dover cambiare la branca in cui fanno servizio, così da rimanere aggiornati rispetto alla metodologia utilizzata.

Il percorso formativo avviene attraverso l’accompagnamento della Comunità Capi ed il sostegno delle Strutture Associative ed ha nel “Progetto del Capo” (che ogni Capo scrive annualmente) il quadro di riferimento, di sintesi e di verifica.

Poiché la formazione è intensa e continua, l’Agesci si preoccupa, nel corso dell’anno, di proporre momenti di incontro e formazione negli incontri di Zona, nei Convegni e nelle assemblee Regionali, dove si affrontano di volta in volta temi diversi e specifici. Altri corsi formativi riguardano il primo soccorso e la sicurezza e questi ultimi abilitano agli interventi con la Protezione Civile in caso di calamità, come per il terremoto o, visto il periodo attuale, per il servizio ai centri vaccinali.

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“Qualcuno ha detto che ciò che manca ai giovani è un ambiente. Ebbene, noi abbiamo un ambiente da proporre loro proprio nello Scautismo e nel Guidismo, ed è quello che Dio ha messo a disposizione di tutti: l’aria aperta, la felicità, l’essere utili agli altri. Anzi, nell’atto stesso in cui si presenta tutto ciò al ragazzo, il Capo partecipa egli stesso di quella felicità e di quel senso di essere utile agli altri. Egli si scopre a fare una cosa più grande di quella che forse aveva intravisto nell’assumere il suo lavoro: scopre infatti di stare prestando agli uomini e a Dio un servizio che è degno di una vita.”

Baden Powell

 

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