Ricordando don GIOVANNI FOSCHINI
nel primo anniversario della morte
È ormai trascorso un anno dalla scomparsa del nostro caro don Giovanni! Il tempo corre veloce e ci consegna così la possibilità di poterlo ricordare nel primo anniversario della morte, avvenuta il 23 gennaio 2015. Un’uscita di scena – come si dice – fatta in punta di piedi, durante la notte e in silenzio, quasi a non voler disturbare, com’era nel suo stile.
Mi porto nel cuore il ricordo di una visita che qualche giorno prima gli avevo fatto alla Casa del Clero. Nell’accogliermi mi aveva rivolto queste parole in dialetto e sottovoce: “Hai così tanto tempo da perdere, don Angelo, da venire a trovare un vecchio, inutile prete?” Non ricordo la mia “replica” a questo inusuale modo di essere salutato, ma so che quella domanda mi colpì particolarmente perché mi confermava quel suo modo di essere semplice e diretto che le tante persone da lui incontrate hanno sempre apprezzato. Com’era sua consuetudine, con un cenno della mano mi indicò una sedia per poter così proseguire insieme il dialogo che inevitabilmente finì per soffermarsi sulla vita della “sua” sempre cara comunità di Fiera.
Constato quotidianamente l’affetto e la riconoscenza ancora tanto presenti nel cuore della gente nei suoi confronti. Spesso io stesso faccio l’esperienza di sentirmi chiamare “don Giovanni”. Solitamente, quando le persone si accorgono di aver sbagliato nome e mi chiedono scusa, bonariamente faccio loro comprendere che questo scambio di nomi non lo percepisco come un’offesa ma, anzi, lo considero un privilegio, una bella identificazione con un prete che ha “speso” tutto se stesso per farsi “tutto a tutti”! Davvero per me è un grande complimento.
I testi raccolti in queste poche pagine – nella speranza di poter dedicare in futuro a don Giovanni un più ampio e articolato contributo documentario e affettivo – hanno lo scopo di contribuire a tenere viva la memoria di questo autentico testimone di Gesù Buon Pastore e ad alimentare la gratitudine per il tanto bene da lui seminato in questa comunità di Sant’Ambrogio.
Padre Davide M. Turoldo, in una sua lirica, parla dei defunti come “dei vivi più vivi” e come di persone “che ci hanno solamente preceduti e che ora pregano per noi”. Per lo più si pensa di essere noi quelli che pregano per i defunti, mentre dovremmo ricordarci di più del fatto che ora sono loro che intercedono per tutti noi, per le nostre necessità e per i nostri bisogni. Forti di questa convinzione, siamo certi che anche ora don Giovanni sta continuando a esercitare il suo ministero di prete, anzi lo pensiamo – con la sua preghiera e la sua intercessione – ancor più vicino a noi, alla sua amata comunità!
Grazie don Giovanni!
don Angelo Visentin
parroco
Sant’Ambrogio di Fiera, 23 gennaio 2016