La Scuola dell’Infanzia “Santa Maria Bertilla”
nel centenario della fondazione 1913-2013
E benché fossero tanti, la rete non si spezzò (Gv. 21, 11)
È con grande emozione che mi trovo a presentare questo libro che illustra la storia della nostra Scuola dell’Infanzia “Santa Maria Bertilla”. L’occasione ci viene offerta dal raggiungimento di un traguardo importante, ovvero il centenario di questa Istituzione. Come infatti si legge fin dalle prime righe del testo, la scuola materna parrocchiale di Fiera ha una lunga storia da raccontare. La sua origine va ricercata nel lontano 1913…
Ed allora è bello poter trovare il modo affinché questa lunga storia possa essere raccontata e celebrata. Una comunità parrocchiale ha il dovere morale di fare questa operazione del cuore e della memoria per riappropriarsi del tempo che passa e del suo significato: Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore (Sal. 90,12).
C’è un passo delle Confessioni di Sant’Agostino in cui si legge: Non si può propriamente dire che i tempi siano tre: passato, presente, futuro. Sarebbe più proprio dire: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro. Essi sono tutti e tre nell’anima. Il presente del passato la memoria; il presente del presente la visione; il presente del futuro l’attesa.
Privilegiando, allora, in questa circostanza il “presente del passato”, ovvero la memoria, siamo invitati in primo luogo a ricordare tutti coloro che con fermezza e coraggio hanno realizzato quest’opera educativa che sembra essere, in base alle ricerche svolte, la prima istituzione di scuola per l’infanzia presente ella città di Treviso.
Penso ai sacerdoti, alle suore – Sacramentine e Dorotee –, ai benefattori, alle insegnanti e a tutto il personale ausiliario che hanno concretamente scritto, soprattutto con gesti – espressione viva della loro carità – pagine luminose della storia del nostro quartiere, a favore di questa preziosa istituzione che ha educato intere generazioni di bambini. Come pastore di questa comunità vi invito a dire un “grazie” riconoscente a tutti costoro e un “grazie” al Signore che ci ha donato per un secolo persone che hanno creduto in questa Scuola e hanno offerto con professionalità e dedizione il loro prezioso contributo formativo.
Mi piace inoltre ricordare come questo anniversario, provvidenzialmente, si leghi al prossimo centenario della morte di Papa Pio X (1914) il quale, nella sua azione pastorale ha dedicato molte iniziative alla valorizzazione e alla cura dei bambini. Pensate: nel registro delle donazioni elargite per la gestione del nostro Asilo, come primo benefattore compare nel 1913 il nome di Papa Sarto che apre il lungo elenco delle offerte con la somma di 200 lire. Una storia di santità, quella del papa trevigiano San Pio X, che ci richiama pure la figura di Santa Maria Bertilla a cui è dedicata la nostra scuola. Il fatto che sia vissuta e abbia operato anche nel nostro quartiere ci onora e ci spinge a tenere vivo il suo ricordo di santità perseguito nella carità a favore della gente più bisognosa.
Abbiamo voluto valorizzare, per questo centenario, il “logo” del veliero che svetta sopra il camino del “vecchio” asilo, associandolo alla frase evangelica e, benché [i pesci] fossero tanti, la rete non si spezzò (Gv. 21,11). Il rinvio è all’episodio della pesca “miracolosa”, nel quale Gesù invita i suoi discepoli – dopo una notte di pesca infruttuosa – a gettare nuovamente e sulla sua parola le reti. È questo un episodio che ben si presta a sintetizzare i frutti di un secolo di attività della nostra Scuola materna. Da questa pagina siamo stati ripetutamente sollecitati a non arrenderci di fronte alle difficoltà incontrate e sulla sua parola ci siamo prodigati per far sì che anche in questa realtà educativa a favore dei più poveri fosse possibile ripetere il prodigio di una pesca abbondante. A distanza di tempo oggi anche noi possiamo con certezza testimoniare che la pesca è stata carica di pesci e che, benché fossero tanti, la rete non si spezzò. La rete dunque ha tenuto e ci ha offerto copiosi frutti che ci spronano nuovamente ad essere pronti a gettare ancora questa rete per poter così partecipare a quell’opera grande che è la costruzione del Regno del Signore.
Termino infine con l’ augurio e l’auspicio, che non possono mancare in questa circostanza, che quanto andremo a “ricordare” non diventi una semplice manifestazione rievocativa a sfondo nostalgico, ma l’occasione di una vera e propria presa di coscienza per un impegno rinnovato affinché questa Scuola continui la sua azione educativa a favore delle nuove generazioni. Ancor oggi sono molteplici gli elementi di valore che qualificano la sua presenza nel territorio e che determinano la scelta della nostra Scuola da parte di molte famiglie: un programma educativo che si ispira ai valori evangelici, il coinvolgimento degli stessi genitori nei momenti essenziali per la formazione dei loro figli, la presenza di un personale motivato in ordine a tale servizio… Un patrimonio dunque, che va valorizzato e sostenuto affinché tale scuola possa diventare sempre più, con il sostegno di tutta la comunità, un vero laboratorio di vita.
Don Luigi Favaretto, fondatore della Scuola, scelse significativamente il 24 Maggio 1925, ricorrenza di Maria SS. Ausiliatrice, per collocare all’ingresso dell’edificio una lapide commemorativa nella quale si afferma che, allo scopo di evitare l’alienazione dell’edificio, prima in affitto, con il concorso di tutti, questo asilo di carità fu riscattato e salvo. Certo un modo per dire dell’avvenuto acquisto del fabbricato, ma anche per mettere tale opera sotto il manto protettivo della Madonna, auxilium christianorum. Doverosamente, dunque, riaffidiamo a Lei, Madre di Dio e Madre nostra, questa preziosa realtà formativa con la certezza che non farà mai mancare il suo materno e vigile aiuto non solo ai bambini, e relative famiglie, che fruiscono di tale servizio, ma anche al personale che – a vario titolo e in vario modo – opera con tanta dedizione e con così grande impegno per il bene della Comunità.
Don Angelo Visentin
parroco
Sant’Ambrogio di Fiera, 18 agosto 2013
La scuola dell’infanzia “S. Maria Bertilla” compie cento anni: sono tanti ma non li dimostra, perché una scuola dell’infanzia è sempre giovane e fresca, ravvivata com’è dalle voci gioiose dei bimbi.
Questa scuola si è mantenuta giovane anche perché ha seguito ed interpretato i cambiamenti della società, dando risposte con il proprio servizio alle nuove esigenze delle famiglie e del territorio. Cento anni fa era un “asilo” per i bambini che avevano esigenze molto semplici: stare insieme in un ambiente più sicuro della strada; è diventata poi “scuola materna” e “scuola dell’infanzia” seguendo le riforme scolastiche che si sono succedute nel tempo. Ha così aggiornato il proprio servizio educativo con un’attenzione ai bambini di oggi, quando essere “piccoli” a volte può essere più complicato di una volta perché ai bambini viene chiesto di essere “grandi subito”.
La stessa attenzione educativa ha portato nel 1999 ad accettare la sfida dell’apertura dell’Asilo-nido.
Col tempo sono cambiati i metodi educativi e didattici, sono cambiate le esigenze sociali, ma è cambiato anche il personale: un tempo “scuola delle suore”, ora scuola con solo personale laico. Il passaggio non è stato facile e quando le suore Dorotee, che per decenni hanno prestato il loro servizio alla nostra comunità, non hanno più potuto garantire la loro presenza, la scuola ha dovuto reinventare la propria organizzazione. Ciò che ha permesso il “passaggio del testimone” è lo spirito che ha sempre animato la nostra scuola, lo spirito di disponibilità e di attenzione all’altro, che è lo stesso spirito che (in lei in modo eroico) ha animato la vita di santa Maria Bertilla, a cui è intitolata la nostra scuola.
Anch’io sono stata alunna di questa scuola, come anche i miei figli e tante altre persone di diverse generazioni. Questa è la “nostra” scuola, il luogo dove tanta gente di Fiera ha ricevuto educazione ed ha imparato a vivere insieme agli altri. È stata e continua ad essere anche il luogo di incontro di generazioni: le educatrici educano, i genitori sostengono in vari modi (anche allestendo feste, abbellendo la scuola, …) la crescita dei piccoli.
La scuola “S. Maria Bertilla” è una delle radici della nostra comunità e, al tempo stesso, uno dei segni concreti e dei luoghi in cui essa si manifesta. Per questo ci impegniamo tutti – personale e abitanti della Parrocchia – a continuarne l’opera per renderla, da un lato, sempre più rispondente alle moderne esigenze didattiche e formative, dall’altro, sempre più ancorata alla sua storia, che è una lunga storia segnata dai passi di un popolo credente e solidale.
Camilla Antonello
direttrice della Scuola
Treviso, settembre 2013