La chiesa di Sant’Ambrogio di Fiera
Profilo storico e artistico
Quest’anno ricorre il terzo centenario dell’inizio della costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale (1710-2010), dedicata a sant’Ambrogio, vescovo di Milano.
Essa ha sostituito una precedente chiesetta risalente al XII secolo e affidata dal vescovo di Treviso all’ordine cavalleresco dei Gerosolimitani.
Abbiamo ritenuto doveroso ricordare questa felice ricorrenza raccogliendo in un volumetto gli elementi storici ed artistici della nostra bella chiesa, con le foto di gran parte delle opere d’arte in essa contenute.
Un grazie riconoscente va a Paolo Pozzobon, che è la vera memoria storica ed artistica della chiesa e della parrocchia di Fiera. Le pubblicazioni da lui curate negli anni passati, frutto di paziente lavoro di ricerca, sono molto apprezzate e ancora oggi costituiscono una ricca fonte a cui attingono quanti desiderano conoscere la storia e l’arte della nostra parrocchia.
Siamo certi che questa sua nuova opera incontrerà il gradimento non solo di quanti lo conoscono e apprezzano da sempre la sua competenza e passione culturale, ma anche di tutti coloro che hanno avuto e continuano ad avere qualche legame con la parrocchia di Fiera.
Far pervenire questo prezioso volumetto a familiari e conoscenti che ormai non risiedono più in questo territorio è un modo per mantenere vivo il loro rapporto con Fiera e con le loro radici religiose, storiche e culturali.
Un grazie pure a quanti hanno collaborato per la realizzazione di questo libro e al Consiglio Pastorale Parrocchiale che ha voluto celebrare questa importante ricorrenza anche con la pubblicazione di un’opera di indubbio valore artistico e storico.
I nostri padri ci hanno consegnato una chiesa molto bella e ricca di arte. Ma ci hanno anche insegnato che essa è un luogo di fede. In tre secoli di storia migliaia e migliaia di cristiani hanno vissuto e celebrato in questo edificio sacro le tappe e i momenti salienti della loro vita e si sono radunati la domenica per fare memoria del Signore risorto. Hanno abbellito la chiesa con le opere d’arte e al tempo stesso l’hanno resa viva con la loro presenza e partecipazione alla celebrazione dei santi misteri, consapevoli che la chiesa fatta di pietre è segno di quell’altra Chiesa, ben più importante, formata dai credenti in Cristo.
Il Signore ci conceda la forza di rinvigorire la nostra fede e di maturare sempre più nel senso di appartenenza a questa comunità cristiana di Sant’Ambrogio di Fiera.
mons. Ferruccio Lucio Bonomo
arciprete
Treviso, 7 dicembre 2010
Festa di sant’Ambrogio
Questo lavoro è una “rivisitazione” della chiesa di Fiera sotto l’aspetto storico e artistico, a distanza di ormai trent’anni dalla pubblicazione del libro Sant’Ambrogio di Fiera, che, pur dedicato all’intero quartiere, riservava uno spazio prevalente alla chiesa parrocchiale. Tanta attenzione all’edificio sacro è comprensibile se si pensa che esso, nell’arco degli oltre otto secoli della sua storia, ha sempre rappresentato un importante e imprescindibile punto di riferimento (non solo religioso) per tutta la località, anche per la sua particolare posizione topografica: appena fuori delle mura di Treviso (“prope et extra muros Tarvisij”, si legge in un’antica visita pastorale), tra la Callalta e il Sile, ai margini del celebre Prato della Fiera.
In questa piccola ma pregevole chiesa suburbana – dedicata a una delle più insigni figure del Cristianesimo, il vescovo Ambrogio – storia, fede e arte si intrecciano formando un tessuto unitario che appartiene a un ricco patrimonio religioso e culturale, in cui la comunità di Fiera può ritrovare le proprie radici e la propria identità. Il compito affidato a queste pagine è quello di risvegliare curiosità e interesse per tale patrimonio, del quale il “profilo” che viene qui proposto non può che offrire un quadro parziale, ma – voglio sperare – ugualmente utile.
Alla fine di questo lavoro sulla storia e l’arte della chiesa, mi sembrava naturale e quasi necessario aggiungere un ritratto, sia pure essenziale, del santo di cui essa porta il nome. D’altra parte la figura del vescovo di Milano è ben presente nell’arte della chiesa: si pensi alle tre tele del presbiterio (una delle quali proviene dal precedente edificio ed è firmata da Bartolomeo Orioli) e alla statua che fino a poco più di vent’anni fa si trovava nella nicchia centrale della facciata. Corrosa dal tempo e dalle intemperie, quella statua finì col cedere all’azione dilavante di forti acquazzoni che ne provocarono lo sfaldamento e la caduta della parte superiore. La nicchia che l’ospitava, rimasta per tanti anni vuota, tra breve potrà avere una nuova statua del santo, che un giovane scultore di Fiera, Giovanni Pietrobon, sta realizzando in occasione del terzo centenario dell’inizio della costruzione della chiesa attuale.
Ma anche nella vecchia chiesa esistevano almeno due immagini di Sant’Ambrogio: oltre alla citata tela dell’Orioli, c’era pure “un confalon […] con la figura de S. Ambrosio”: ce lo rivela la più antica visita pastorale a noi nota, quella compiuta nel 1568. Come dunque occuparsi dell’edificio sacro senza parlare di lui, del grande vescovo? Il suo nome illustre aggiunge prestigio alla chiesa e la sua straordinaria personalità, se conosciuta, può costituire una vera ricchezza per la parrocchia di Fiera che lo venera come patrono.
Paolo Pozzobon
Treviso, ottobre 2010