Giovanni Antonio Farina:
l’intelligenza del bene
Scrivere, oggi, la vita di un santo non è cosa facile. Soprattutto se si vuole evitare – com’è giusto e doveroso – la tipologia agiografica del “santino”. Niente infastidisce di più delle tinte edulcorate e mielose dei ritratti costruiti come se i santi, immersi in una dimensione “altra”, appartenessero a una realtà diversa da quella umana.
I santi vanno inseriti nella storia in cui sono vissuti e di cui non possono non portare su di sé, nel bene e nel male, l’ineludibile impronta del condizionamento socio-culturale. Solo se li riferiamo al loro contesto li sentiamo vicini a noi, perché anche noi sentiamo di essere espressione prima di tutto del tempo e del luogo in cui il misterioso progetto di Dio ci ha fatti nascere.
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È chiaro tuttavia che, fatti i conti con l’humus in cui cresciamo, nella pagina bianca della nostra esistenza siamo chiamati a disegnare, con personale originalità, un profilo che solo la nostra libertà è in grado di tracciare. Un profilo fatto della luce che promana da Cristo. E dal suo Vangelo.
“Io sono la via, la verità, la vita”: ecco il messaggio luminoso di Gesù che ci accompagna fin dal giorno del nostro battesimo. Su quella “via” hanno mosso i loro passi i santi, quella “verità” hanno abbracciato, a quella “vita” si sono conformati. Così ha fatto Giovanni Antonio Farina. E così siamo chiamati a fare anche noi, sul suo esempio.
Questa breve biografia – di carattere divulgativo – è indirizzata a tutti coloro che vogliono confrontarsi con chi ha scelto il Vangelo come ragione di vita. Ai giovani, ancora alla ricerca della direzione da dare al proprio futuro; agli adulti, già da tempo immersi nel laborioso ritmo del quotidiano; agli anziani, desiderosi di ancorare “quel che resta del giorno” ai valori dell’assoluto. Essa cerca di parlare a tutti noi in modo diretto, senza nasconderci nulla della fatica del vivere, magari fra tante persone che – anche se buone – possono non capirci, non condividere le nostre scelte, addirittura ostacolarci.
Suaviter et fortiter: ecco un motto caro a Giovanni Antonio Farina. “Con dolcezza, ma con determinazione”. Affabili e cordiali nelle relazioni con gli altri, ma fermi nei nostri principi, soprattutto quando siamo chiamati a difenderli. Nella melassa gelatinosa e insipida dell’etica corrente, noi, donne e uomini del XXI secolo, dobbiamo trovare il coraggio delle nostre convinzioni, anche se vanno contro corrente, pronti sempre – come dice l’apostolo Pietro – a rendere ragione, con gentile fermezza, della speranza che è in noi.
Piergiorgio Pozzobon
Treviso, ottobre 2020